“Le parole dimenticate” di Ruiyan Xu – Ed. Piemme, 2012

Un attimo prima Li Jing, giovane uomo d’affari, sta pranzando con suo padre in un lussuoso hotel di Shanghai. Un attimo dopo il cemento si frantuma, la polvere soffoca l’aria e li giace privo di sensi sotto un cumulo di macerie. Quando si risveglia in un letto d’ospedale, il dolore delle ferite gli ricorda che è ancora vivo. Meiling, sua moglie, gli è accanto, in attesa di udire parole che la rassicurino. Ma quando queste escono dalla bocca del marito, sono per lei incomprensibili. Il trauma ha cancellato dalla mente di Li Jing il cinese e le uniche frasi che riesce a pronunciare sono in inglese. Afasia di Broca è la diagnosi dei medici. La speranza di recuperare il linguaggio perduto è affidata a Rosalyn Neal, una giovane neurologa americana specializzata in casi del genere. Partita dall’Oklahoma, dove ha lasciato una casa dolorosamente vuota e tante speranze disattese, è arrivata a Shanghai senza conoscere una parola di cinese. Pur sedotta dal fascino della città, vive lei stessa il senso di solitudine ed estraneità di chi è impossibilitato a comunicare, e solo nel lavoro trova un appiglio sicuro. Ma mentre Meiling cerca con tutte le forze di tenere insieme la sua famiglie la lunga terapia creerà tra Rosalyn e il paziente un legame sempre più forte ed esclusivo. Fino al giorno in cui Li Jing sarà costretto a fare una dolorosa scelta.

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