Il 3 febbraio 2000 mi ha provocato la mia malattia, o meglio un ictus cerebrale, in relazione al quale non riuscivo a parlare, neanche a leggere e a scrivere. Il tutto mi pare sia avvenuto nell’alba, durante il sonno, quando un improvviso male di testa è come mi abbia frantumato il capo; non sapevo del perché, anche se ragionassi comunque, prova ne sia che sono riuscito a fare il caffè e a portarlo a mia moglie.
Fu mia moglie ad accorgersi che il mio balbettare era conseguente al mio male; da ciò mi sono accorto che qualche cosa mi aveva provocato un serio male, tanto che in me stesso ho ritenuto che qualcuno della famiglia mi avrebbe aiutato.
Quando l’ambulanza mi ha portato in ospedale mi pare di essermi sentito peggiorato e solo dopo 3 giorni ho avuto la sensazione di avere iniziato a migliorare, solo nel cervello, visto che il parlare, il leggere e lo scrivere li avevo tutti dimenticati.
Dal 4° al 10° giorno sono riuscito a migliorare, anche se in contrapposizione mi accorgevo che di me stesso mi ero ridotto ad una larva, ben lontano di come mi esprimevo e colloquiavo a 360 gradi: tuttavia mi sono sentito fiducioso comunque e così avvenne grazie a mia moglie ed a mio figlio che di me stesso hanno setacciata ogni situazione, tanto che ho avuto la possibilità di curarmi nella logopedia dell’ospedale di Udine, senza finire nell’ospedale di Gemona, laddove gli annunciati 30 giorni mi avrebbero impedito di stare a casa.
Un grazie di cuore lo devo alla cara Elena, che più d’impegnarmi mi divertiva, tanto che andare da lei per l’ora di lezione sentivo una serenità, grazie alla quale mi accorgevo di migliorare costantemente.
Tutto ciò mi ha prodotto un entusiasmo per il quale si è sfogata la mia estroversità, vero si è che autonomamente mi sono concesso di camminare – e la Clementina (cagnolina) molto aiuto mi ha regalato, di guidare, di parlare con chicchessia pur di migliorare, di godere con gli amici come nulla mi sia ammalato; anche con il computer mi sono ripreso tanto che, ora come ora, riesco a scrivere, meglio così che non a mano; il ballare e il gioco delle carte mi rilassano al massimo, tanto che mai perdo nessuna di queste opportunità.
Complessivamente, oggi come oggi, posso considerarmi molto contento anche se i miei limiti non voglio dimenticarmeli dal 3 febbraio 2000, sono fiducioso del fatto che il miglioramento ci sarà ancora, e per tutto ciò auspico che la mia sensibilità aumenti nei riguardi principalmente per i miei parenti ed in genere a tutti.