“Le parole dimenticate” di Ruiyan Xu – Ed. Piemme, 2012

Un attimo prima Li Jing, giovane uomo d’affari, sta pranzando con suo padre in un lussuoso hotel di Shanghai. Un attimo dopo il cemento si frantuma, la polvere soffoca l’aria e li giace privo di sensi sotto un cumulo di macerie. Quando si risveglia in un letto d’ospedale, il dolore delle ferite gli ricorda che è ancora vivo. Meiling, sua moglie, gli è accanto, in attesa di udire parole che la rassicurino. Ma quando queste escono dalla bocca del marito, sono per lei incomprensibili. Il trauma ha cancellato dalla mente di Li Jing il cinese e le uniche frasi che riesce a pronunciare sono in inglese. Afasia di Broca è la diagnosi dei medici. La speranza di recuperare il linguaggio perduto è affidata a Rosalyn Neal, una giovane neurologa americana specializzata in casi del genere. Partita dall’Oklahoma, dove ha lasciato una casa dolorosamente vuota e tante speranze disattese, è arrivata a Shanghai senza conoscere una parola di cinese. Pur sedotta dal fascino della città, vive lei stessa il senso di solitudine ed estraneità di chi è impossibilitato a comunicare, e solo nel lavoro trova un appiglio sicuro. Ma mentre Meiling cerca con tutte le forze di tenere insieme la sua famiglie la lunga terapia creerà tra Rosalyn e il paziente un legame sempre più forte ed esclusivo. Fino al giorno in cui Li Jing sarà costretto a fare una dolorosa scelta.

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“La voglia di raccontare” di Carlo D’Andrea – Byblos Edizioni, 2012

Chi segue questa rubrica già da tempo conosce Carlo D’Andrea, laurea in pedagogia, direttore didattico e giornalista, divenuto afasico nel 1981 in seguito a rottura di aneurisma. L’abbiamo conosciuto attraverso i suoi scritti “La voglia di parlare ” (1992) e “La voglia di vivere” (1998).
“La voglia di raccontare” è la sua ultima opera letteraria. Sono squarci di memoria su luoghi e persone del suo amato paese, Piedimonte Matese. Racconta di vico Stretto, descrive le case una a una, le persone che le hanno abitate prima e durante la sua infanzia, rievoca aneddoti lontani nel tempo ma da lui mai dimenticati.
Come scrive il figlio Gianfrancesco nell’introduzione, il libro “lo ha scritto per le persone di questa Città. Dalla prima all’ultima. Le ha amate, le ama, indistintamente, senza riserve”.

 

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“Un posto chiamato afasia: oltre la frontiera di Stroke” di Massimo da Gragnano – Edizioni Simple, 2014

E’ la storia di Ascanio che un giorno, improvvisamente, in seguito ad un ictus diventa afasico. Il libro s’ispira liberamente ad una storia vera anche se situazioni, caratteri, luoghi e la stessa personalità di Ascanio sono in gran parte inventati. Obiettivo di Massimo da Gragnano è quello di far vivere, a chi legge il libro, il significato profondo della condizione di una persona afasica e di tutti coloro che lo circondano. Ascanio è un uomo di successo attorniato da una moglie innamorata e da una numerosa e affettuosa famiglia. Poi il disastro: la grave afasia, l’emiplegia e lentamente gli amici, i parenti si allontanano fino a che il cognato Asmodeo gli fa terra bruciata intorno e s’impadronisce di tutti i suoi averi. L’amata moglie Frida e lo stesso Ascanio moriranno, in povertà, separati.
La visione dell’afasia dell’autore è molto cupa. I medici e il personale paramedico che nel tempo si occupano di Ascanio sono poco “informativi”; la moglie non comprende cosa sia l’afasia e nessuno l’aiuta, gli amici e i familiari si sentono “imbarazzati” in presenza di Ascanio che presenta una forma molto grave di disturbo afasico.
Situazioni di questo genere si presentano ancora ma sempre meno frequentemente. La conoscenza del problema “afasia” si sta diffondendo e le persone afasiche sono sempre più pronte ad uscire nel mondo e a rivendicare il loro diritto di esistere.

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“Domani ti porto al mare” di Bruno Arena, Marrone Rosy – Mondadori

Era una sera come tante nella vita di uno dei comici più famosi d'Italia. Con una battuta folgorante aveva appena chiuso il suo intervento nella prova generale di Zelig e si era infilato nella quinta del teatro degli Arcimboldi per rientrare in camerino. Ma in camerino Bruno Arena, uno dei Fichi d'india, non arriverà mai. Un ictus tremendo e inaspettato gli falcia le gambe e lo fa crollare a terra. Succedeva nel gennaio del 2013. Da quella tremenda serata tante cose sono cambiate nella vita di Bruno, ma una è rimasta intatta, anzi è addirittura migliorata: la sua vita di coppia con la moglie Rosanna Marrone. Tanto che a inizio 2014 i due coniugi hanno rinnovato la loro promessa d'amore festeggiando le nozze d'argento. In questo libro, scritto a quattro mani, Rosanna e Bruno raccontano la loro straordinaria storia d'amore, che non è stata interrotta dalla malattia, ma ha trovato proprio in questo difficilissimo episodio nuova linfa vitale. Nonostante i momenti di scoramento, di enorme difficoltà e di depressione, i coniugi Arena sono ancora più saldi di prima nel loro amore, tanto da avere la forza di raccontarlo.